Il FUTURISMO nasce in Italia all’inizio del Novecento, in un periodo di grandi cambiamenti. I fattori che determinavano anche il mondo dell’arte e della cultura sono le guerre, la tras-formazione sociale, le scoperte tecnologiche e di comunicazione, come il telegrafo senza fili, la radio, gli aeroplani e le prime cineprese.
Il XX secolo era quindi invaso da un nuovo vento, che portava una una nuova realtà: la velocità. Le catene di montaggio abbattevano i tempi di produzione, le automobili aumen-tavano ogni giorno, le strade iniziarono a riempirsi di luci artificiali.
I futuristi non volevano più avere rapporti con il passato per concentrarsi così sul dinamico presente (intendevano idealmente „bruciare musei e biblioteche“).
Il 20 febbraio 1909 il giovane scrittore italiano Filippo Tommaso MARINETTI pubblicò il suo „Manifesto Futurista“ sul quotidiano francese „Le Figaro“ in cui espose i principi – base del movimento:
„Compagni! Noi vi dichiariamo che il trionfante progresso delle scienze ha determinato nell’umanità mutamenti profondi, da scavare un abisso fra i docili schiavi del passato e noi liberi, noi sicuri della radiosa magnificenza del futuro…“
Poco tempo dopo a Milano nel febbraio 1910 i pittori Umberto BOCCIONI, Carlo CARRÀ, Giacomo BALLA, Gino SEVERINI e Luigi RUSSOLO firmarono il MANIFESTO dei pittori futuristi e nell’aprile dello stesso anno il MANIFESTO tecnico della pittura futurista.
Nei manifesti si esaltava la tecnica e si dichiarava una fiducia illimitata nel progresso. Si esaltava inoltre il dinamismo, la velocità, l’industria, il militarismo, il nazionalismo e la guerra, che viene definita come „sola igiene del mondo“.
La prima importante esposizione futurista si tenne a Parigi dal 5 al 24 febbraio 1912.
Alla morte di Umberto BOCCIONI nel 1916, Carrà e Severini si ritrovarono in una fase di evoluzione verso la pittura cubista, di conseguenza il gruppo milanese si sciolse spostando la sede del movimento da Milano a Roma, con la conseguente nascita del „Secondo Futurismo“.
Se la prima fase del Futurismo fu caratterizzata da un’ideologia guerrafondaia e fanatica, la seconda stagione ebbe un effettivo legame con il regime fascista, nel senso che abbracciò gli stilemi della comunicazione governativa dell’epoca e si valse di speciali favori.