Si slancian nel cielo le guglie dentate,
discendono dolci le verdi vallate.
Profumano paschi, biancheggian olivi,
esultan le messi, le viti sui clivi.
O puro bianco di cime nevose,
soave olezzo di vividi fior,
rosseggianti su coste selvose,
dolce festa di vaghi color.
Queste sono le prime strofe dell’Inno al Trentino e descrivono molto bene la splendida natura di questa regione. Montagne, valli, laghi e boschi sono le attrazioni principali del Trentino-Alto Adige, una regione che si trova al Nord d’Italia, al confine con l’Austria. Le cime nevose sono il paradiso degli sciatori e degli escursionisti, e viti e uliveti si trovano invece più a sud, verso il lago di Garda, per chi desidera un clima più mite. La parola “rosseggianti” fa subito pensare inoltre alle meravigliose Dolomiti e alle leggende ad esse legate che incantano adulti e bambini.
Quando all’alba e al tramonto queste montagne si colorano di varie tonalità di rosso, non si può fare altro che pensare, ad esempio, alla leggenda del re Laurino e della regina Enrosadira. Il re dei nani Laurino aveva un bellissimo roseto e nessuno poteva cogliere neppure un petalo, altrimenti il regno dei nani sarebbe scomparso. Questo re aveva una moglie, la regina Enrosadira, che un giorno venne invitata ad un ballo molto importante. La donna voleva per sé un abito unico per stupire tutti gli invitati e decise quindi di farsene cucire uno con le rose del giardino. Durante il ballo, il re Laurino vide il vestito e, disperato per la fine del suo regno, condannò Enrosadira a vagare per sempre sulle montagne con il suo vestito di rose. Da allora, tutti i giorni all’alba e al tramonto, la regina cammina sulle Dolomiti con la speranza di rivedere il castello del suo amato. Il sole illumina il suo vestito che colora anche le montagne, creando appunto il fenomeno chiamato enrosadira.
Per quanto riguarda la politica, il Trentino- Alto Adige è una regione a statuto speciale e questo significa che è autonoma in molte sue decisioni. Perché questa particolarità? Proprio perché circa un terzo della sua popolazione è di madrelingua tedesca, concentrata in Alto Adige. In Trentino invece la popolazione parla italiano, ma il tedesco viene studiato a scuola. Importante ricordare però che, sparse per il territorio del Trentino, esistono delle comunità linguistiche storiche, e quindi in alcune valli si possono sentir parlare delle lingue molto particolari: il ladino (in Val di Fassa), il cimbro (soprattutto nel comune di Luserna) e il mocheno (in Valle dei Mocheni).
La regione ha due province, una per l’Alto Adige, ovvero Bolzano e una per il Trentino, ovvero Trento, che è anche capoluogo di regione.
Le origini della città di Trento risalgono all’epoca romana, come mostrano le belle testimonianze nel museo sotterraneo della città. All’epoca la città aveva il nome latino Tridentum: secondo la leggenda questo nome è dovuto ai tre colli che circondano la città. Vicino scorre il fiume Adige, che in passato fungeva da barriera naturale contro gli attacchi dei nemici. Il periodo medievale di Trento invece si può rivivere durante la celebrazione del patrono (S.Vigilio) a fine giugno, le cosiddette Feste Vigiliane: per alcuni giorni sembra di passeggiare in un borgo medievale, incontrando personaggi in costume storico, bancarelle artigianali e partecipando a spettacoli e sfide tipicamente medievali, come la gara delle zattere sul fiume Adige, la Tonca e la contesa della polenta.
A partire dal medioevo fino al 1800 a Trento c’erano i principi-vescovi, i quali vivevano nel castello situato vicino al centro della città: il Castello del Buonconsiglio. Da nobile residenza questo castello divenne poi una prigione e nel suo cortile furono uccisi dagli Austriaci i rivoluzionari che parteciparono alle rivolte del 1848. Il Trentino, infatti, all’epoca era sotto l’Impero austroungarico e soltanto alla fine della prima guerra mondiale entrò a far parte del Regno d’Italia.
Altro simbolo della città è il Duomo, ovvero la cattedrale dove si tenne il Concilio di Trento nel 1545 e che durò 18 anni: qui si riunirono i vescovi della chiesa cattolica che volevano contrastare la riforma di Martin Lutero.
Un modo di certo originale per ripercorrere la storia di Trento e del Trentino è sicuramente anche la lettura della pubblicazione “33 Trentine”, una raccolta di biografie di donne della zona che hanno dato un forte contributo in campo culturale, sociale e scientifico e che purtroppo sono poco conosciute. Un esempio è la marchesa Gemma de Gresti, nata in un paese vicino a Trento nel 1877. Quando nel 1914 udì una donna piangere per il figlio prigioniero in Russia, Gemma decise di mobilitarsi per ritrovarlo e ci riuscì.
Da quel momento la notizia si diffuse e molte altre famiglie si rivolsero a questa donna per avere notizie dei parenti prigionieri. Gemma cominciò quindi un’attività umanitaria, trasferendosi a Torino e collaborando con il Consolato russo. Quando finalmente molti soldati trentini dell’esercito austriaco e prigionieri dei russi riuscirono a tornare in Italia, il trattamento a loro riservato non fu dei migliori, dato che venivano considerati dei traditori. Gemma contribuì quindi a creare un clima più favorevole nei loro confronti, aiutandoli a reinserirsi e a trovare lavoro. In conclusione, visitare il Trentino significa quindi poter in poco tempo passare dalla natura alla cultura, dalle rustiche baite di montagna ai musei e alle chiese della città, dallo sport in montagna al relax al lago, in un miscuglio di tradizioni germaniche e italiche che affascina e sorprende.